In cosa consiste
L’”Ufficio stalking” è stato pensato grazie all’esperienza del Servizio per la mediazione sociale e penale, del Servizio psicotraumatologico per le vittime di reato e del Presidio criminologico territoriale. Dall’analisi dei dati emerge come un’ alta percentuale di utenza si sia rivolta ai servizi a seguito di comportamenti di stalking, in particolare nel caso di relazioni affettive interrotte o mai iniziate.
Il fenomeno dello stalking è disciplinato dall’art. 612 bis codice penale; gli “atti persecutori” sono un insieme di comportamenti volti a controllare e limitare la libertà della persona, messi in atto nella maggior parte dei casi dall’ex compagno o da colui che aspirerebbe ad una relazione affettiva con la persona offesa.
Emerge dalle statistiche internazionali come l’attività persecutoria preluda ad una escalazione, spesso prodromica ad un esito omicidiario; emerge, d’altro canto, come sul piano sociale e culturale tale reato sia spesso sottovalutato, sia con riferimento alla gravità dell’impatto sulla vittima sia in termini di rischi connessi. Ne consegue la necessità di intervenire preventivamente, con una risposta multidisciplinare e di rete.
Proprio l’interconnessione tra i tre servizi ha consentito l’elaborazione di una prassi operativa efficace nell’intervento, che caratterizzerà il nuovo “Ufficio stalking”.
E’ emersa l’esigenza di un intervento che coinvolga sia la vittima che l’autore del reato, in una prospettiva di prevenzione della reiterazione e dell’escalazione delle condotte.
L’equipe del nuovo servizio è multidisciplinare, composta da psicologi, criminologi, avvocati, educatori; ciò consente l’osservazione e l’azione con differenti prospettive.
E’ necessario un intervento sul piano della tutela e della sanzione legali. La pena, in relazione a reati commessi tra persone legate affettivamente, non appare però sempre un deterrente effettivo. Appare necessaria una sinergia operativa con le Forze dell’Ordine, anche con riferimento al provvedimento amministrativo dell’ammonimento. Appare determinante, anche in tale fase, un intervento trattamentale nei confronti dell’autore di reato, che accolga i bisogni dei soggetti sul piano psicologico, ma caratterizzato anche da un approccio criminologico finalizzato ad identificare il grado di rischio e pregiudizio, in una prospettiva di prevenzione della recidiva, nonché da un approccio educativo. Nel contempo, si ritiene necessario un intervento di sostegno psicologico nei confronti della persona offesa, che difficilmente si autorizza a riconoscersi quale vittima.
Spesso la domanda che l’autore acceda ad un percorso trattamentale proviene direttamente dalla vittima. In casi meno gravi, un intervento che coinvolga contemporaneamente sia la vittima che l’autore è necessario per ricostituire una migliore relazione tra i due, ad esempio con riferimento alla funzione genitoriale se sono presenti dei figli.
La pronta risposta sociale sul piano dei servizi potrà favorire anche il necessario cambiamento culturale rispetto alla considerazione di questo tipo di reato.
Orari e contatti
il Servizio è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9:30 alle 18.30.
NUMERO VERDE
800 667733
Fax
02 88446344