Confessioni di un pedopornografo: “Non faccio nulla di male” | lavialibera
Condividiamo con piacere l’articolo di lavialibera relativo alla presa in carico trattamentale, presso il CIPM, di un uomo che ha commesso il reato di pedopornografia.
““Guardo e basta”. Mario se lo ripeteva spesso quando la sera accendeva il computer e cercava in Rete video di minorenni vittime di abusi sessuali” introduce l’articolo.
Mario è sposato e fa l’insegnante di liceo, “Ricorda di aver iniziato guardando “troppi porno” con protagoniste adulte, poi è passato a ragazze sempre più giovani fino a scendere al di sotto dei 18 anni. L’hanno scoperto nel 2013, condannandolo a quattro anni di carcere in primo e secondo grado. Oggi è in attesa di sentenza definitiva”.
“Mi giustificavo dicendo che non commettevo alcun abuso fisico. (…) Lo schermo era il mio alibi perfetto”.
Quando Mario si è rivolto al CIPM per una presa in carico, la prima cosa che rivela di aver pensato è stata “Che ci faccio insieme a questi pedofili?” “non sono come loro. Ci è voluto un po’ di tempo per realizzare che [i minori di cui abusavano] erano i protagonisti dei video che guardavo e che anch’io avevo fatto del male, eccome”. Non che non se ne fosse mai reso conto, ma “non riuscivo a smettere da solo” e chiedere aiuto era “troppo disdicevole””.
Oggi Mario non si chiede più perchè l’abbia fatto, non gli serve, ma gli serve sapere che c’è una parte di lui che deve tenere a bada con un lavoro costante. In attesa di condanna definitiva continua a fare la sua vita e, sebbene il carcere un po’ lo spaventi, “è convinto che se alla pena si associa la rieducazione, la limitazione della libertà può aiutare a “capire che ciò che hai fatto non è stato uno scherzo””.