Non sono affari di famiglia: un articolo della Polizia di Stato sul contrasto della violenza di genere e sul Protocollo Zeus
“Parlare di femminicidio non equivale solo ad affermare che una donna sia stata uccisa (…) ma vuol dire riferirsi a “qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale”, come dice la stessa convenzione di Istanbul, “allo scopo di perpetuarne la subordinazione o di annientarne l’identità attraverso ogni forma di assoggettamento fisico o psicologico che può portare anche alla morte, un atto criminale estremo che caratterizza un modello di rapporto tra maschio e femmina declinato secondo i canoni di supremazia-sottomissione”” spiega l’articolo pubblicato sul sito della Polizia di Stato a marzo 2021.
E prosegue: “Trattare l’aggressore è un’importante misura di prevenzione per ridurre le recidive di atti violenti e per evitare la trasmissione della violenza da una generazione all’altra”.
A questo scopo, nell’aprile 2018 è nato il protocollo Zeus, siglato tra Questura di Milano e CIPM. Il Protocollo prevede che i soggetti ammoniti per stalking o maltrattamenti vengano inviati dalla Questura all’équipe del CIPM per un trattamento clinico/criminologico affinchè possano comprendere il disvalore sociale e morale delle proprie condotte e si possa prevenire una rischiosa escalation.
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