RINNOVATO IL PROTOCOLLO ZEUS TRA QUESTURA DI MILANO E CIPM | 13 dicembre 2019
“Originariamente, il protocollo era stato sottoscritto il 4 aprile 2018 ed è stato il primo progetto sul territorio nazionale che ha focalizzato l’attenzione non solo sulle vittime di violenza di genere, ma anche sulle figure degli stalker, dei maltrattanti e dei cyber bulli minorenni, avviandoli, in seguito alla notifica di un ammonimento del Questore nei loro confronti, ad un percorso rieducativo trattamentale finalizzato ad apprendere le corrette modalità di gestione delle emozioni ed a comprendere pienamente il disvalore penale e sociale delle condotte sopra descritte” afferma la Questura di Milano nei giorni del rinnovo, fino al 31 Dicembre 2022, del Protocollo Zeus tra la Questura di Milano e il CIPM.
“Nel corso dei quasi due anni in cui il Protocollo è stato in vigore (…), l’80% [dei soggetti ammoniti] si è presentato ai colloqui con i professionisti del CIPM (…) ed ha avviato così un percorso di recupero” si legge all’interno del comunicato stampa relativo al rinnovo del protocollo. Inoltre, solamente una bassissima percentuale di questi soggetti, circa il 6%, ha continuato a porre in essere condotte violente o persecutorie, che hanno portato, a seconda delle situazioni, ad arresti in flagranza o a disposizioni di misure cautelari da parte dell’Autorità Giudiziaria, come il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, gli arresti domiciliari o la custodia cautelare in carcere.
In considerazione dei risultati ottenuti dal Protocollo Zeus, iniziative analoghe, ad esso ispirate, stanno vedendo la luce in diverse Questure d’Italia, promuovendo la costruzione di un sistema di prevenzione “in cui le vittime di violenza possono rivolgersi con fiducia alla Polizia di Stato ed alle altre Istituzioni impegnate quotidianamente sul fronte della sicurezza”.
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Ha parlato del rinnovo del protocollo Zeus anche TGR Lombardia:clicca qui.
Hanno parlato del rinnovo del protocollo Zeus diverse testate giornalistiche:
- Il Corriere: clicca qui per leggere l’articolo
- Il Giornale: clicca qui per leggere l’articolo
- La Repubblica