“Polizia Moderna”, novembre 2019
La Divisione anticrimine della questura di Milano, attraverso il protocollo Zeus, firmato ad aprile 2018 da CIPM e Polizia di Stato, ha aperto la strada al recupero dei maltrattanti in casi di violenza domestica e stalking. “(…) La recente legislazione consente alla vittima (…) di non iniziare immediatamente un procedimento penale ma di poter andare in un ufficio di polizia, esporre i fatti e poter ricorrere allo strumento giuridico dell’ammonimento. Chiaramente la richiesta per essere accolta deve essere valutata attraverso una fase istruttoria che è una vera e propria attività investigativa» ha affermato la dirigente della Divisione anticrimine della questura di Milano, Alessandra Simone. Il legislatore ha inoltre stabilito che non solo la vittima, bensì chiunque, in caso di percosse o lesioni, possa fare la segnalazione chiedendo un ammonimento e mantenendo l’anonimato nell’ambito del procedimento amministrativo. Infine, il soggetto ammonito è invitato a presentarsi presso il CIPM di Milano per iniziare su base volontaria un percorso.
«(…) secondo gli intenti del protocollo d’intesa, [il lavoro del CIPM è teso a favorire] la consapevolezza da parte del soggetto colpito da ammonimento del disvalore sociale, della lesività delle condotte violente e prevaricatorie cercando di prevenirne la reiterazione. Naturalmente siamo consapevoli che queste persone non hanno l’obbligo di presentarsi e non provano alcun desiderio di sostenere dei colloqui con noi, ma al lavoro sulla motivazione siamo abituati dopo tanti anni di esperienza in questo campo. Da noi il soggetto ammonito trova la possibilità di una riflessione, una dimensione di ascolto, di ricostruzione delle vicende sul piano cognitivo ed emotivo che hanno portato la persona a determinati comportamenti” ha affermato il Dott. Paolo Giulini, Presidente CIPM. E prosegue: “Molti soggetti rimangono interdetti quando sono colpiti da ammonimento perché non capiscono che i loro comportamenti sono simili a quelli che potrebbe avere un potenziale carnefice e noi cerchiamo di mettere queste persone di fronte alla sensazione che quello è il limite. (…) Non si tratta di terapia (…) ma di un intervento per ridurre il rischio di escalation di condotte che possono essere qualificate come reati sentinella».
Dall’istituzione del protocollo sono stati 163 i soggetti ammoniti che si sono presentati al CIPM su 207 che erano stati invitati (78%). Inoltre, dei 157 soggetti trattati solo 16 hanno reiterato condotte violente. «Chiaramente per le persone per le quali non è stata sufficiente la prevenzione – continua la dirigente – si propongono misure più gravi come la sorveglianza speciale o l’arresto in fragranza (…)».
Il protocollo sta dando risultati positivi e sia la questura che il CIPM lo stanno portando in Europa per ricercare fondi che permettano di proseguire il progetto su altri territori.